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Arriva la pensione di anzianità per i liberi professionisti Enpam. Ecco a chi conviene

C’è una categoria di lavoratori che nel campo della previdenza, in un momento di stretta come questo, si muove in controtendenza: quella dei medici liberi professionisti iscritti alla “Quota B” dell’Enpam.

Sino al 2012, questi medici e odontoiatri, per avere il diritto a pensione dovevano obbligatoriamente attendere il compimento del 65° anno di età, e percepivano il loro trattamento unitamente a quello della “Quota A” del Fondo di previdenza generale, cioè la pensione originata dal contributo minimo obbligatorio.

Ora, invece, dopo la riforma entrata in vigore per il 2013, anche i liberi professionisti hanno la stessa possibilità prevista per i loro colleghi convenzionati, cioè percepire una pensione anticipata, però, rispetto a questi ultimi, hanno il vantaggio non indifferente di poter continuare a svolgere la loro attività, dato che non è richiesta la cancellazione della partita Iva e la pensione è totalmente cumulabile con il reddito da lavoro autonomo.

Per l’anno 2013, i requisiti richiesti per il trattamento anticipato sono: 59 anni e mezzo di età anagrafica, congiunti con un’anzianità contributiva di 35 anni ed una anzianità di laurea di 30 anni; oppure 42 anni di anzianità contributiva e 30 anni di anzianità di laurea, con qualunque età.

Ma qualcuno si domanderà: come faccio a raggiungere i 35 (o i 42) anni di contributi, se la “quota B” dell’Enpam è nata soltanto nel 1990, e quindi, anche se avessi sempre contribuito, potrei avere solo 23 anni di servizio? La risposta è semplice: con i riscatti. Presso la “Quota B” infatti, i liberi professionisti puri possono riscattare fino a 10 anni tra laurea e specializzazione, ed altri 10 sono gli anni riscattabili da tutti i medici se erano iscritti all’albo prima della creazione della gestione. Chi poi svolgeva un’attività convenzionata con contribuzione presso altre gestioni Enpam (medici di base, specialisti ambulatoriali) può sommare, ai fini del diritto, anche questa anzianità, purché ovviamente non coincidente con la copertura presso la “Quota B”.

Il rovescio della medaglia è la penalizzazione, che l’Enpam prevede per tutti i pensionamenti anticipati, e che nel caso di un iscritto di 59 anni e mezzo corrisponde a circa il 24% in meno della pensione maturata.

Ma allora conviene chiedere questa pensione anticipata oppure è meglio attendere il raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia? A conti fatti, portarsi a casa il trattamento sembra comunque preferibile, per una serie di ragioni: in primo luogo (sempre per un cinquantanovenne) per recuperare le oltre otto annualità di pensione percepite in più, ci vorrebbero circa 35 anni; in secondo luogo, per integrare quanto si perde, come detto più sopra, si può continuare a lavorare; infine, con lo status di pensionato si può accedere, negli anni successivi, all’aliquota contributiva ridotta, che è la metà di quella ordinaria.

Come fare la domanda? Con i moduli che saranno a breve disponibili sul portale dell’Ente, nella sezione Modulistica. Ma attenzione: la pensione, per chi è in possesso dei prescritti requisiti, decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda. Quindi se l’Enpam fosse ancora in ritardo con la pubblicazione dei moduli ufficiali, meglio presentare una domanda cautelativa sulla propria carta intestata: in questo modo ci si eviterà di perdere mensilità di pensione.

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