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In memoria di Sergio Chimenti

29 Feb 2016 News

 

Mio amato Prof.,

 

le parole non basteranno a colmare il vuoto profondo che ci hai lasciato. Darti del “lei” come ho sempre fatto in vita per il profondo rispetto ed anche un po’ di soggezione, non ha più senso di fronte alla morte dell’uomo. Davanti a Dio siamo tutti uguali ed è per questo che voglio usare un tono più intimo e confidenziale.

 

Dal punto di vista professionale ti devo quasi tutto. Mi hai accolto studente spaurito nella tua scuola, ragazzo abruzzese di provincia e mi hai accompagnato nel mio percorso professionale facendomi diventare un uomo. Mi hai insegnato che nella vita qualsiasi obiettivo può essere raggiunto se ci si mette impegno, amore e dedizione assoluta.

 

Noi siamo quello che pubblichiamo dicevi e saremo ricordati anche per questo. E questa energia positiva che riuscivi a mettere in ogni cosa in cui ti cimentavi mi ha accompagnato e accompagnerà sempre la mia vita, non solo professionale.

 

Dermatologo 3.0, uomo lungimirante, manager senza eguali, deciso e decisionista, nessuno osava pensare che le tue “mission” non si potessero realizzare.

 

Sono l’unico uomo al mondo candidato al nobel e all’oscar ripetevi scherzando ma non troppo. Un episodio che mi raccontasti tanti anni fa quando eravamo a Graz mi torna sempre nella mente e fa capire l’immensità dell’uomo. Voglio fare l’attore, mi dicesti, e mi hanno proposto una piccola parte dove dovrei fare un filosofo cieco che va in giro col suo cane guida. Prof, gli dissi, ma lei non è terrorizzato dai cani (conoscendo bene questa sua fobia)? La sua risposta fu breve e categorica. Me la faccio sotto al solo pensiero, ma la voglia di fare quello che mi farà sentire più realizzato è più grande di qualsiasi paura.

 

Questa cosa mi colpì molto ma a distanza di tanti anni la tua stessa vita ha dimostrato la forza, la volontà, la passione e l’essenza dell’uomo. Hai ottenuto tutti i traguardi che ti eri prefissato. Sei riuscito a fare l’attore, addirittura il cantante pur essendo stonato come una campana ma soprattutto il migliore dermatologo italiano, un vanto assoluto per tutta la nostra categoria.

 

A Vancouver hai dimostrato al mondo che noi italiani siamo in grado di realizzare qualsiasi sogno. Chiunque, dopo le sconfitte degli anni precedenti si sarebbe arreso. Chiunque, ma non tu, non il Prof. Chimenti. Per te una sconfitta era solo una battaglia persa. Chi vince la guerra si vede alla fine dicevi. E alla fine c’eri sempre e solo tu, vincitore, leader indiscusso e carismatico.

 

Ci mancherai tanto caro Prof, ma non ti dimenticheremo mai. Il tuo nome rimarrà per sempre vivo nei nostri cuori e la tua grandezza scritta indissolubilmente sul monte della scienza.

 

Già ti vedo entrare dalla porta principale del Paradiso guardandoti intorno eccitato e per nulla impaurito, alla ricerca del modo migliore per far risplendere la tua luce immensa.

 

Veglia su di noi grande Sergio. Ti voglio bene.

 

Dom

 

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